(Questi delle volte sono scusabili. Quando sieno proporzionati al bisogno giornaliere, che non può supplirsi in altro modo, allora non sono più furti). Ma certuni si provvedevano di una quantità maggiore di quanto necessitava alla propria sussistenza, e temendo di esserne gastigati, se ne stavano raminghi. Il marchese Fogliani, a consulta del tribunale della gran corte criminale, pregò il re ad accordare lo indulto a’ ridetti fuggitivi, ed ottenuta questa grazia, furono spedite dal medesimo tribunale a’ 14 di settembre le lettere circolari, colle quali si ordinava a tutte le corti capitaniali del regno di promulgare il perdono generale accordato dal sovrano, il quale in considerazione della passata penuria si era benignato di concederlo a coloro, che dal mese di ottobre 1763 sino agli 11 di agosto 1764 avessero commessi furti di comestibili in una somma, che non eccedesse le once tre, e dieci tarini, a condizione che costoro, che avessero perciò abbandonata la propria patria, dovessero ritornarvi nello spazio di due mesi, trovandosi nel regno, e di quattro mesi, essendo fuori della Sicilia.
      L’anno 1765 fu fausto alla Sicilia; l’abbondanza delle ricolte non solamente apportò la comodità di vivere agli abitanti, ma li ristorò delle perdite dell’anno antecedente, essendosi estratta, e venduta a prezzo molto vantaggioso una gran quantità di frumenti (2450). Calcolasi che ne sieno uscite dal regno 557 [607] mila salme. Contribuì il marchese Fogliani ad accrescere l’allegrezza de’ Palermitani col permettere nel carnovale i festini pubblici di maschere, che chiamansi ridotti, che furono per la prima volta introdotti nel teatro di s. Caterina, sebbene da uomo saggio, qual egli era, abbia accordato questo piacevole divertimento sotto certe condizioni, affine di arrestare i disordini, che ne potevano nascere.