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      A questi onesti piaceri accoppiava il pio cavaliere i doveri di religione; ei, terminati i giorni carnevaleschi, si ritirò a fare per lo spazio di dieci dì i santi esercizi, invitando con suo biglietto ad imitare il suo esempio quella stessa nobiltà, che prima avea spronata a tener lieta la città ne’ dì baccanali. Presso a quaranta furono i cavalieri, che gli fecero compagnia.
      Erano già atti a lanciarsi a mare i due altri sciabecchi, che abbiamo mentovati. Perciò nel dì 4 di aprile fu varato il primo, e nel dì 14 dello stesso mese il secondo. Volle intervenire all’una, e all’altra funzione il ridetto vicerè, che si portò allo arsenale con molta nobiltà, e diversi uffiziali, ed ebbe il piacere di vedere eseguito l’uno e l’altro lanciamento con quella sollecitudine, che fu invano desiderata l’anno antecedente, quando fu varato il primo.
      Stava molto a cuore di questo viceregnante che si ristorasse la colonna frumentaria della città di Palermo (2455), ch’era oramai rovinata, ed era cotanto necessaria per provvedere al sostentamento de’ cittadini (2456). Perciò a’ 7 di aprile creò egli una [611] deputazione composta da migliori, e da più capaci soggetti della capitale, a fine di trovare i più plausibili modi per rimettersi questa colonna in piedi; a’ quali ordinò che si radunassero due volte la settimana nell’aula della deputazione del regno nel regio palagio. Varî furono i progetti, ch’eglino proposero, dei quali niuno potè arrecare il desiato effetto, e perciò è svanita ogni speranza di rimetterla.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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