Verificossi ne’ seguenti mesi di ottobre, e di novembre il volgar proverbio: extrema gaudii luctus occupat. Si erano già stabiliti gli sponsali fra lo augusto Ferdinando nostro sovrano, e l’arciduchessa d’Austria Maria Giuseppa, che doveano celebrarsi in Vienna a’ 15 di ottobre. Ne fu dato conto dal marchese Tanucci, segretario di stato, e casa reale al nostro vicerè, il quale ordinò che per i 4 di esso mese si rendessero pubbliche grazie allo Altissimo, e s’illuminasse la città per tre giorni, riserbandosi le più solenni feste, dopo che si fossero compiuti i detti sponsali. Così fu eseguito, e la città fu in gala ne’ giorni 4, 5 e 6 di questo mese. Mentre però attendevasi la fausta notizia dello sponsalizio già seguito, giunse il tristo annunzio, che questa amabile principessa nello stesso giorno, in cui dovea sposarsi, era morta di vaiuolo, il che rattristò l’animo del monarca, e riempì di cordoglio la corte di Napoli, e la Sicilia ancora, dove per ordine dello stesso vicerè, in esecuzione de’ sovrani comandi, fu preso il lutto per lo spazio di tre mesi.
      Ma lo avvenimento più singolare, che accadde in questo anno, fu la espulsione da tutto il regno de’ padri detti della compagnia di Gesù. Era molto tempo, che questa società era caduta dalla grazia di quei principi di Europa, nelle corti de’ quali avea principalmente dominato. Siccome i membri di essa, esercitandosi nel predicare, nel confessare, e nello istruire la gioventù, aveano in mano le coscienze di tutti, e siccome il loro potere nelle corti, e le loro ricchezze apportavano ombra, e gelosìa, così si pensò in quelle corti di abolire il loro istituto.