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      Indugiò tredici giorni questo cavaliere a lasciare la capitale, o perchè non fosse ancor pronto, o perchè i venti non fossero favorevoli, e a’ 23 dello stesso mese prima del mezzodì, dopo di avere ascoltate nella cattedrale due messe alla cappella di s. Rosalia, andò a bordo della nave reale l’Amalia, e partì fra il rimbombo delle artiglierie dei castelli, e de’ baluardi della città. Sul declinare dello stesso giorno fece il presidente interino la sua pubblica entrata nella carrozza del senato, accompagnato dal principe di Paternò, che facea le veci di primo titolo, dal pretore e da’ senatori, e col solito equipaggio di cavalleria, fra le truppe schierate nella spaziosa strada di Toledo, andò al duomo, dove fe il solenne giuramento, e prese possesso della nuova carica (2465), dopo di che recossi al regio palagio.
      Domentre governò questo presidente del regno, si celebrarono con pubbliche feste le nozze del nostro sovrano colla regina Maria Carolina. Precesse la cappella reale col canto dell’inno ambrosiano nella cattedrale a’ 12 di maggio, nel qual giorno la sera il principe di Resuttano, capitano della città, tenne in casa sua una superba festa di ballo, e di musica, e trattò la nobiltà assai splendidamente. Nel dì seguente fu saccheggiata una ricca cuccagna all’uso di Napoli nell’ampia piazza del regio palagio, e il sacco fu eseguito con cotale ordine, e sollecitudine, che fe restar sorpresi i napolitani istessi (2466). La [617] sera poi il presidente del regno diede nella galleria dello stesso palagio un’altra veglia con ballo, e copiosi rinfreschi.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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