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      Fatte le consuete sessioni, i parlamentarî di comune parere aderirono a quanto ricercato avea il marchese Fogliani, ed oltre i soliti donativi, compresovi ancora quello di ottanta mila scudi, ed i regali per esso vicerè, per il suo cameriere maggiore, e per gli uffiziali regî, offerirono alla maestà del sovrano un sussidio di cento cinquanta mila scudi, che si obbligarono a pagare nel termine di quattro anni (2481). Cinque furono le [622] grazie dimandate in questa adunanza. Riguardava la prima la conferma del vicerè. La seconda chiedea che fosse permesso alla deputazione del regno di mantenere a proprie spese alla corte di Napoli uno agente, che procurasse i vantaggi del regno. La terza dimandava che si riformassero tre capitoli della prammatica pubblicata a’ 5 di settembre 1769, intorno al diritto di retratto, e di prelazione (2482). Imploravasi in quarto luogo che si moderasse, o si spiegasse l’ordine reale poco prima emanato intorno alla percezione del quinto (2483). La quinta grazia finalmente, che si cercò dal re, fu, che spirando già il tempo della capitolazione colle truppe svizzere, si compiacesse S.M. di rimpiazzarle con milizie sue suddite, formando un nuovo reggimento di fanteria siciliana, il comando del quale si affidasse privativamente a’ nobili della nazione.
      Terminato il parlamento, si rivolse il vicerè a cercare i mezzi per sollevare l’afflitta città di Palermo. Ordinò egli che si chiamassero a consiglio i pretori, i capitani, e i senatori, ch’erano già stati, affinchè uniti allo attuale senato, escogitassero i mezzi più opportuni per riparare la imminente rovina.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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