Fu questo la traslazione de’ poveri, fatta a’ 5 dello stesso, dal vecchio albergo alla nuova superba abitazione, che la pietà di Carlo III, re delle Spagne, avea cominciato ad ergere nella spaziosa strada, che conduce a Morreale, e che lo amabile nostro sovrano avea fatta continuare, proseguendo a pagare a’ deputati di questa fabbrica i cinque mila scudi annuali, che lo augusto suo genitore avea loro assegnati. Noi ci dispensiamo dal darne un minuto dettaglio, essendosene data colle stampe del Bentivenga una distinta relazione (2490).
      Precesse la celebrazione delle solenni feste un proclama viceregio de’ 3 dello stesso mese, in cui il marchese Fogliani, dando conto al pubblico della distribuzione delle medesime, stabilì alcune provvidenze, affinchè il tutto riuscisse senza il menomo disturbo, e colla desiderabile tranquillità, minacciando le dovute pene a coloro, che trasgredissero i suoi ordini. Promulgò di poi a’ 9 dello stesso mese, che fu il primo festivo, il generale indulto accordato da sua maestà a’ Siciliani in questa fortunata occasione fino da’ 25 di luglio, in cui furono eccettuati alcuni casi, ne’ quali non si concedeva, e per i debiti civili si provvedea alla sicurezza de’ creditori, ordinandosi, che non potessero i rei sortire dalle carceri, se non davano una mallevadoria del loro debito.
      Cinque furono i giorni festivi destinati per la nascita della reale principessa, ne’ quali, oltre la generale illuminazione della città, fu divertito il popolo con corse di barberi, e di barche, con fuochi artifiziati, e caccie di tori.