Nel giorno 18 corse fama che il pretore se n’era morto. Questa voce bastò per suscitare il folto popolo, che stava attorno al palagio pretorio, a sedizione. Per quietarlo si fe vedere al balcone del palagio senatorio la principessa del Cassero una col cerusico di Pasquale, i quali assicurarono, che il pretore stava meglio, e tranquillamente riposava. Mostrarono di non dare fede a questa relazione, e fatti arditi parecchi plebei, ai quali erano uniti alcuni consoli, salirono le scale della casa pretoriana, e dimandarono temerariamente di voler vedere il principe. Fu di mestieri, per occorrere ad un maggior male, di farne entrare alcuni nella camera dello infermo, i quali ritornando nella piazza, colla loro assicurazione quietarono gli altri, che passando da un estremo all’altro, diedero segni di una eccessiva allegrezza, buttando in aria i cappelli, e le berrette loro. Restarono confermati del miglioramento della sanità del pretore, quando videro la stessa mattina uscir di casa il di lui fratello Ottavio Gaetani, marchese di Sortino, e recarsi prima al duomo, per rendere le grazie a Dio, e poi alla casina del marchese Fogliani, per dargliene conto.
      Ma il supposto miglioramento del principe del Cassero fu di breve durata. In capo a poche ore il morbo si accrebbe a segno, che si disperò da’ medici di potere più risanarsi. Ecco adunque il popolo ritornato nelle primiere frenesie, e gridando che tutto era perduto, se moriva questo cavaliere. Il vicerè, che già si era accorto del fermento, che regnava per tutta la città, e temea che la rivoluzione non fosse per scoppiare, veggendo il trasporto della plebe per questa famiglia, segnò un dispaccio, per cui il marchese Sortino Ottavio Gaetani, fratello del moribondo, veniva istallato allo stesso posto, nel caso che questi succumbesse al morbo, dispensando per le circostanze de’ tempi alla legge inalterabile di doversi fare la nomina alla maestà del re, e aspettarsi la di lui sovrana determinazione.