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      Perciò Mr. Filangeri chiamò la sera de’ 4 ottobre nel real palagio il sacro consiglio, per risolvere cosa dovesse farsi. Fu collo avviso de’ ministri stabilito, che fino che non fossero arrivati dalla corte certi avvisi della volontà del sovrano, egli si astenesse dal dare passaporti, e dal mandare degli ordini nel regno, e che più non si sottoscrivesse governatore interino del regno, ma solamente governatore interino ec. (2524). Stavasi intanto in Palermo coll’animo sospeso, incerti essendo i cittadini, quali fossero per essere le risoluzioni del sovrano. Le lettere, che di ora in ora arrivavano, erano in qualche modo consolanti: dichiarava il ministro, che il re stava considerando lo affare, più come padre, che come giudice, ed era rimasto molto soddisfatto, così della vigilanza del governante, de’ ministri, e del senato, per rimettere la tranquillità nella capitale, e renderla abbondante, come della fedeltà de’ collegi delle arti nel carcerare i vagabondi, e nel custodire Palermo. Purnondimeno temevasi, che questo buon animo del monarca non potesse cambiarsi, e perciò taluni de’ cittadini furono di avviso, che il migliore espediente per disarmare lo sdegno reale, era quello di chiedergli il ritorno dello espulso marchese Fogliani, il quale come era, malgrado gli strazî sofferti, affezionatissimo per Palermo, sarebbe stato il più eloquente avvocato per ottenere al popolo il perdono. Questo progetto, quanto era savio, altrettanto era pericoloso ad eseguirsi. S’incaricò di persuadere i consoli il marchese Artali, ma ne trovò la maggior parte dissenzienti.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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