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      Avendo in confidenza partecipato questa scoperta a Peggotty, essa mi disse che suo fratello commerciava in aragoste, granchi e gamberi; e dopo vidi che un mucchio di quelle bestie, prodigiosamente conglomerate insieme, e non mai più separate da ciò che avevano una volta attanagliato, si poteva di solito osservare in un piccolo vivaio di legno attiguo alla casa, dove si riponevano anche molti utensili di cucina.
      Una donna molto gentile, in grembiule bianco, che avevo visto sulla porta farci un inchino, stando ancora a cavallo di Cam, dalla distanza d’un quarto di miglio, ci diede il benvenuto. Ce lo diede anche una ragazzina bellissima (o almeno così mi parve), con una collana di perline azzurre, la quale non mi volle baciare quando io feci l’atto d’accostarmele, ma corse via a nascondersi. Dopo, quando si fu desinato sontuosamente con dei pesciolini a lesso, burro fuso e patate, e una costoletta cotta specialmente per me, entrò in casa un uomo assai capelluto e con una faccia assai gioviale. Siccome egli disse «Ragazza mia» a Peggotty e le diede un bacio cordiale e sonoro sulla guancia, io non ebbi il minimo dubbio, da quel suo modo di comportarsi, che non si trattasse del fratello; e infatti era proprio lui, perché mi fu presentato come il pescatore Peggotty, padrone di casa.
      – Son tanto contento di vedervi – disse il pescatore Peggotty. – Voi ci troverete un po’ rozzi, signorino, ma siamo qui sempre pronti a servirvi.
      Lo ringraziai, e gli risposi che ero certo che sarei stato felice in quella casa veramente deliziosa.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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