Pagina (45/1261)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      – Come sta la vostra mamma, signorino? – disse il pescatore Peggotty. – L’avete lasciata contenta?
      Gli risposi che ella non poteva essere più contenta, e che gli mandava i suoi saluti – il che era una cortese supposizione da parte mia.
      – Io le sono molto grato – disse il pescatore Peggotty. – Ebbene, signorino, se volete star qui una quindicina di giorni... con lei... – accennando alla sorella – e con Cam e l’Emilietta, saremo orgogliosi della vostra compagnia.
      Fatti gli onori di casa in questa maniera ospitale, il pescatore andò a lavarsi in un calderotto d’acqua calda, osservando che «la fredda non l’avrebbe liberato dal sudiciume». Tornò subito, molto migliorato nell’aspetto; ma così rubicondo, che non potei fare a meno dal pensare che il suo viso aveva la stessa natura delle aragoste, dei granchi e dei gamberi: andava nell’acqua calda molto nero e ne usciva molto rosso.
      Dopo il tè, quando fu chiusa la porta e tutto fu più raccolto (le notti in quel periodo erano nebbiose e fredde) mi sembrò di stare nel più soave ritiro che mente umana potesse concepire. A sentire il vento salire dal mare, a saper che fuori la nebbia avvolgeva la pianura desolata, e a guardare il fuoco e pensare che lì d’intorno non c’era una casa oltre quell’una, e che quell’una era un battello, era un incanto. L’Emilietta aveva vinto la sua timidezza, e mi sedeva accanto sul baule più basso e più piccolo, che era abbastanza largo per noi due, ed era stato messo nell’angolo del caminetto. La signora Peggotty, col grembiule bianco, sferruzzava all’angolo opposto del focolare.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





Peggotty Peggotty Cam Emilietta Emilietta Peggotty