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      ». E tutte le volte che la signora Gummidge si mostrava abbattuta nella stessa maniera durante la nostra permanenza colà, egli diceva sempre la stessa cosa come circostanza attenuante, e sempre con la più tenera commiserazione.
      Così passò la quindicina, senz’altra variazione che quella della marea, la quale spostava le uscite e le entrate del pescatore Peggotty, e spostava anche le occupazioni di Cam. Quando quest’ultimo non aveva nulla da fare, veniva a passeggio con noi per mostrarci i battelli e i bastimenti, e una o due volte ci portò in barca. Io non so perché una tenue serie d’impressioni si debba associare piuttosto con un luogo che con un altro, benché io sia convinto che questo avvenga a molti, riguardo specialmente alle loro memorie d’infanzia. Io, per esempio, non odo o non leggo mai il nome di Yarmouth che non mi ricordi di una certa mattina di domenica sulla spiaggia: le campane invitavano in chiesa, l’Emilietta si appoggiava al mio fianco, Cam si divertiva a gettare delle pietre nell’acqua, e il sole, lontano sul mare, rompeva la fitta nebbia e ci mostrava i bastimenti come se fossero stati le loro ombre.
      Alla fine arrivò il giorno del mio ritorno a casa. Io m’adattavo al distacco dal pescatore Peggotty e dalla signora Gummidge; ma la mia angoscia al pensiero di dover lasciare l’Emilietta era straziante. Ci recammo a braccetto all’albergo dove aspettava il vetturale, e per la strada le promisi di scriverle. (Mantenni la promessa con una scrittura più vistosa di quella con cui di solito si avvisa il passante che ci sono appartamenti da appigionare). Eravamo gravemente abbattuti al momento della partenza; e se mai nella mia vita sentii un vuoto in cuore, fu proprio quel giorno.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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