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      Dopo esser rimasto un po’ con la testa poggiata al tavolino, a poco a poco la sollevava, ricominciava a ridere, e a disegnare sulla lavagna, prima che gli occhi gli si fossero asciugati, una gran quantità di scheletri. Non sapevo in principio quale consolazione Traddles derivasse da quei disegni; e per qualche tempo lo considerai come una specie d’eremita, che si rammentasse, con quei simboli di morte, che le bastonate dovevano un giorno finire. Ma credo che li disegnasse soltanto perché erano facili, e non avevano bisogno di lineamenti particolari.
      Era un ragazzo pieno di cuore, Traddles, e credeva fosse sacro dovere dei ragazzi di sostenersi l’un l’altro. Per questo suo principio soffrì innocentemente in parecchie occasioni; e particolarmente una volta, che Steerforth rise in chiesa, e lo scaccino, credendo che fosse stato Traddles, lo mise alla porta. Lo rivedo ora uscire, accompagnato dallo scaccino, e seguito dagli sguardi indignati di tutti i fedeli. Egli non disse mai il nome del vero colpevole, benché il giorno appresso venisse castigato, e segregato per tanti giorni, che alla fine se ne venne da noi con un intero cimitero di scheletri raccolti nel suo Dizionario Latino. Ma ebbe la sua ricompensa. Steerforth disse che in Traddles non c’era un solo indizio di vigliaccheria, e questa parve a noi un’altissima lode, la più alta lode. Da parte mia, avrei affrontato non sapevo che (benché fossi meno coraggioso di Traddles e molto più piccolo) per meritarne una simile.
      Era bello vedere Steerforth innanzi a noi dirigersi in chiesa a braccetto della signorina Creakle.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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