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      – Chi lo ha trattato male? – disse Steerforth.
      – Proprio tu – rispose Traddles.
      – Che cosa ho fatto? – disse Steerforth.
      – Che hai fatto? – ribatté Traddles. – L’hai umiliato nel suo amor proprio e gli hai fatto perdere il posto.
      – Il suo amor proprio! – ripeté Steerforth sdegnosamente. – Il suo amor proprio se ne avvantaggerà, scommetto. Il suo amor proprio non è come il tuo, signorina Traddles. Quanto al posto... che era importantissimo, vero?... credi forse che non scriverò a casa, perché gli si faccia avere del denaro?
      Giudicammo nobile questo proposito di Steerforth, che aveva la madre vedova, e ricca, e disposta a fare, si diceva, tutto ciò ch’egli volesse. Fummo tutti arcicontenti di veder Traddles messo a posto e Steerforth levato ai cieli; specialmente quando questi ci disse, perché si degnò di dircelo, che ciò che aveva fatto era stato fatto a bella posta per noi, e per la nostra causa, e ch’egli aveva inteso di giovarci col maggior disinteresse.
      Ma io debbo dire che mentre quella sera narravo al buio il seguito d’un racconto, mi parve che il vecchio flauto del signor Mell sonasse più d’una volta dogliosamente al mio orecchio; e che quando finalmente Steerforth fu stanco, e io mi stesi nel letto, immaginai che sonasse con tanta afflizione in qualche parte che mi sentii completamente angosciato.
      Presto dimenticai il signor Mell nella contemplazione di Steerforth, che diresse alcuni corsi con disinvoltura da dilettante e senza libri (egli mi diceva di saper tutto a memoria), finché non fu trovato un nuovo insegnante.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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