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      Me ne giovo tanto anch’io, in vari modi... almeno dovrei... che nessuno n’è più convinto di me; e perciò t’assicuro, mia cara Giovanna, che quando dico la mia opinione, la dico con diffidenza.
      – Ammettiamo che io non capisca il ragazzo, Clara – rispose la signorina Murdstone, accomodandosi le catenine sui polsi. – Stabiliamo, di grazia, ch’io non lo capisca affatto. È troppo profondo per me. Ma mio fratello, forse, con la sua penetrazione, può essere in grado di veder con qualche chiarezza nel suo carattere. E credo che mio fratello parlasse appunto di questo quando noi, molto scortesemente, l’abbiamo interrotto.
      – Io credo, Clara – disse il signor Murdstone in tono lento e solenne – che nella presente questione vi possano essere giudici migliori e più spassionati di te.
      – Edoardo – rispose mia madre, timidamente – in ogni cosa tu sei giudice migliore di quanto io creda d’essere. Lo sei tu e lo è Giovanna. Io dicevo soltanto...
      – Tu dicevi soltanto qualche cosa di inconsistente e d’avventato – egli rispose. – Non dirlo più, mia cara, e cerca d’essere più prudente.
      – Mi rattrista, Davide, dicevo – disse il signor Murdstone, volgendo duramente la testa e gli occhi verso di me – di osservare che sei di natura antisocievole. Non è possibile che io tolleri che sotto gli occhi miei si sviluppi un carattere così fatto, senza tentare tutti i mezzi per migliorarlo. Tu devi sforzarti di modificarlo. Noi dobbiamo sforzarci di modificartelo.
      – Scusatemi, signore – io balbettai – tornando a casa non avevo l’intenzione di mostrarmi di cattivo umore.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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