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      Certo lo turbò, un istante appresso, il dubbio che la signorina Murdstone potesse negarmi il suo consenso; ma il dubbio si dileguò subito, perché essendo ella apparsa fra noi per una visitina notturna alla dispensa, mentre eravamo ancora in conversazione, Peggotty, con un ardimento che mi stupì, affrontò di punto in bianco il soggetto.
      – Là il ragazzo se ne starà in ozio – dice la signorina Murdstone, guardando entro un vaso di sottaceti – e l’ozio è il padre di tutti i vizi. Ma se ne starà in ozio anche qui... o dovunque, ne sono convinta.
      Peggotty, vedevo, aveva pronta una risposta appropriata, ma si frenò per amor mio, e stette zitta.
      – Ohibò! – disse la signorina Murdstone guardando sempre i sottaceti. – Il più importante si è... anzi è della massima importanza... che mio fratello non venga disturbato e sia lasciato tranquillo. Certo, farei bene a dir di sì.
      La ringraziai, senza alcuna dimostrazione di gioia, per tema che mi ritirasse il permesso. E fu un vero tratto di sagacia, perché quando ella stornò il viso dal vaso dei sottaceti, mi guardò con tanta acidità, che mi parve che i suoi occhi ne avessero aspirato il contenuto. A ogni modo il permesso fu dato e non più ritirato; e, spirato il mese, Peggotty e io eravamo pronti alla partenza.
      Barkis si presentò in casa a pigliare i bauli di Peggotty. Prima non lo avevo mai visto oltrepassare il cancello, ma in quell’occasione si spinse fin nell’atrio. E mi diede uno sguardo, mentre si caricava sulle spalle il baule più grosso e usciva, che credetti significante, se poteva dirsi che un significato s’aprisse mai un varco nella faccia di Barkis.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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