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      – Credo – borbottò Barkis – che sia andata bene.
      Lo guardai in viso, e risposi, tentando di mostrare di aver compreso: – Oh!
      – Non ho conchiuso tutto – disse Barkis con un cenno confidenziale; – ma è andata bene.
      Di nuovo risposi: – Ah!
      – Tu sai chi aveva intenzione – disse il mio amico. – Barkis e soltanto Barkis.
      Io feci un cenno d’intelligenza.
      – Benissimo – disse Barkis, dandomi la mano; – io sono amico tuo. Tu prima hai fatto ciò che dovevi. Va tutto bene.
      Nel suo sforzo d’esser particolarmente limpido, Barkis si mostrava così misterioso, che sarei potuto rimanere lì a guardarlo in faccia per un’ora, indubbiamente senza aver più ragguagli che dal quadrante d’un orologio fermo, se Peggotty non mi avesse chiamato. Mentre procedevamo, ella mi chiese che cosa m’avesse detto Barkis, e io le dissi che m’aveva detto che era andata bene.
      – Come la sua faccia tosta – disse Peggotty – ma non importa. – Davy caro, che diresti, se pensassi di maritarmi?
      – Ebbene... credo che mi vorresti bene così allora come ora, Peggotty – risposi, dopo un momento di riflessione.
      Con gran meraviglia dei passanti, e dei parenti che andavano innanzi, la poveretta fu costretta a fermarsi per abbracciarmi immediatamente, con le più vive proteste d’inalterabile affetto.
      – Dimmi che diresti, caro – mi chiese di nuovo, dopo, come ci rimettemmo in cammino.
      – Se tu pensassi di maritarti... con Barkis... Peggotty?
      – Sì – disse Peggotty.
      – Direi che sarebbe una bellissima cosa. Perché allora, sai, Peggotty, tu avresti sempre il cavallo e il carro per venire a trovarmi, e potresti viaggiar gratis e saresti sicura di venire.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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