Pagina (197/1261)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      – Che intelligenza! – esclamò Peggotty. – Ci pensavo da un mese. Sì, tesoro mio; e credo che sarei più spensierata, e in casa mia lavorerei più tranquilla che in casa d’altri. Non so, ora,se potrei adattarmi a servire degli estranei. E sarò sempre vicina alla tomba della mia cara padrona – aggiunse Peggotty pensosa – e potrò andarci quando mi piacerà, e quando sarà giunta l’ora mia, non sarò sepolta lontano da lei.
      Per un po’ nessuno di noi due parlò.
      – Ma non ci penserei più che tanto – disse Peggotty allegramente – se al mio Davy non piacesse... anche se fossi stata invitata in chiesa più di trenta volte tre, e avessi l’anello in tasca.
      – Guardami, Peggotty – risposi – e vedi se non sono veramente contento, e se non lo voglia realmente.
      – Bene, figlio mio – disse Peggotty dandomi un abbraccio. – Ci ho pensato notte e giorno, in tutti i modi, e meglio che m’era possibile. Ne parlerò a mio fratello, e intanto rimarrà fra te e me, Davy. Barkis è un buon diavolo – disse Peggotty – e se cercherò di fare il mio dovere con lui, sarebbe colpa mia, credo, se non riuscissi... se non riuscissi a star veramente meglio – disse Peggotty, con una risata cordiale.
      Questa citazione della frase di Barkis era così appropriata, e ci solleticò tanto, che ci mettemmo a ridere e a ridere da non finirla più, ed eravamo di eccellente umore quando arrivammo in vista dell’abitazione di Peggotty.
      Era perfettamente la stessa, tranne forse che ai miei occhi si presentava rimpicciolita; e la signora Gummidge attendeva sulla soglia come se dalla prima volta non si fosse più mossa di lì. Nell’interno tutto era lo stesso, perfino le alghe della ciotola azzurra nella mia cameretta.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





Peggotty Peggotty Peggotty Davy Peggotty Peggotty Davy Peggotty Peggotty Barkis Peggotty Gummidge