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      Dopo una così lunga prevenzione ostile, parlava di lei brevissimamente. Non si conoscono mai bene le persone, ella scriveva; ma pensare che la signora Betsey dovesse essere così diversa da ciò che s’era creduto che fosse, era una lezione! Questa era la sua parola. Si vedeva ch’ella aveva ancora paura della signora Betsey, perché le mandava degli ossequi molto timidi; e aveva paura anche di me, perché, a giudicare dalle sue ripetute allusioni alla somma occorrente al viaggio per Yarmouth, che avrei potuto, volendo, ottenere da lei immediatamente, affacciava il dubbio che io meditassi di nuovo di darmi alla fuga.
      Ella mi diede una notizia che mi commosse profondamente: che s’erano venduti, cioè, i mobili di casa mia, e che il signore e la signorina Murdstone se n’erano andati, e la casa era stata chiusa, per essere poi appigionata o venduta. Dio sa quanto poco spazio vi avevo occupato, dopo il loro ingresso; ma mi doleva pensare al totale abbandono della mia antica e cara dimora; alle erbacce che crescevano alte nel giardino, e alle foglie cadute che riempivano e marcivano nei viali. Immaginavo che intorno ad essa, solitaria in quella solitudine, urlassero i venti invernali, che la pioggia fredda la flagellasse sui vetri delle finestre, che la luna disegnasse degli spettri sulle pareti delle stanze vuote. Ripensavo alla tomba nel cimitero, sotto l’albero; e mi sembrava che anche la casa fosse morta, ora, e che quanto mi ricordava mio padre e mia madre si fosse interamente dileguato.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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