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      .. la sua sola speranza di guarigione, ma la lettera ad Annie è più chiara ancora. Annie, dammi la lettera.
      – Non ora, mamma – ella pregò sottovoce.
      – Mia cara, in certe cose, tu sei assolutamente fra le più ridicole persone che siano al mondo – rispose sua madre – e forse la più snaturata verso i diritti della tua stessa famiglia. Tu non avresti parlato per nulla affatto della lettera, se non te l’avessi chiesta. La chiami confidenza, questa, amor mio, con tuo marito? Io casco dalle nuvole. Non è così che si tratta.
      La lettera fu mal volentieri presentata, e quando io la presi per darla alla madre, vidi la mano della figlia tremare riluttante.
      – Ora vediamo – disse la signora Markleham, mettendosi gli occhiali: – dov’è quel brano? «Il ricordo dell’antico tempo, mia diletta Annie»... eccetera... non è qui. Il buon vecchio procuratore... » chi è mai? Oh, Annie, la scrittura di tuo cugino Maldon è un disastro. Ah, ho capito! Dice «dottore». Ah, sì, molto buono, in verità! – Qui s’interruppe per baciar di nuovo il ventaglio, e scuoterlo verso il dottore, che ci fissava con un sentimento di placida soddisfazione. – Ah, ho trovato! «Tu non ti sorprenderai, Annie, se ti dico... » no, certo, sapendo che non fu mai forte; lo dicevo appunto poco fa... «che ho sofferto tanto in questa lontananza, che son deciso di ripartire a ogni costo, o ottenendo un congedo per motivi di salute, o, se non posso ottenerlo, rassegnando le mie dimissioni. Ciò che ho sofferto e soffro qui, è insopportabile». E se non fosse per la pronta generosità tua – disse la signora Markleham, rivolta al dottore, telegrafandogli di nuovo col ventaglio, e ripiegando la lettera – non ci potrei assolutamente pensare.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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