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      Posso andare a dirgli che sei venuto? Salirai a vederlo, caro?
      Naturalmente che sarei salito a vederlo. Ma a Peggotty non riuscì d’andar via così facilmente come credeva; perché come si dirigeva alla porta e si voltava, tornava di nuovo a gioire e a piangere di consolazione sulla mia spalla. Finalmente per far la cosa più agevole, salii con lei; e dopo aver aspettato fuori per un minuto, mentre ella diceva una parola di preparazione a Barkis, mi presentai innanzi all’infermo.
      Egli mi ricevette con vero entusiasmo. Era afflitto troppo dai reumi per permettersi di stringermi la mano, ma mi pregò di stringergli il fiocco del berretto da notte, cosa che feci cordialmente. Quando mi sedetti accanto al letto, disse che gli faceva non si sa quanto bene a riaver quasi la sensazione che mi stesse conducendo di nuovo sulla strada di Blunderstone. Siccome stava a letto supino e così coperto, che non gli si vedeva altro che la faccia – come i cherubini dipinti – sembrava il più strano essere che io mi fossi mai veduto.
      – Che nome scrissi allora sul copertone del carro, signore? – disse Barkis con un piccolo sorriso reumatico.
      – Ah! Barkis, noi avemmo una grave conversazione intorno a questo, non è vero?
      – Da molto tempo avevo l’intenzione – disse Barkis.
      – Da molto – io dissi.
      – E non me ne pento – disse Barkis. – Ricordate che mi diceste una volta che era lei che faceva tutti i dolci a casa vostra, e tutta la cucina?
      – Sì, benissimo – risposi.
      – Era vero – disse Barkis – come un cocomero. Vero – disse Barkis, agitando il berretto da notte, che era il solo mezzo di dar forza alla frase – come le tasse.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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