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      Ora anch’io potevo sperare, sapete, che la nostra Emilietta si mettesse a posto, si maritasse. Potevo desiderare di vederla, in ogni caso, legata a un giovane onesto che avesse il diritto di difenderla. Io non so quanto potrò ancora campare, o se morrò presto; ma so che se fossi travolto, qualche notte, dalla burrasca, e dovessi vedere i lumi della città ardere l’ultima volta dietro le onde alle quali non avessi la forza di resistere, io me ne potrei andar giù più tranquillo, pensando: «Ecco un uomo lì sulla sponda, più saldo del ferro nel suo bene per l’Emilietta, Dio lo benedica! Nessun male può capitarle, finché quell’uomo vive».
      Il pescatore Peggotty, gravemente, fece un cenno con la destra, come se stesse additando per l’ultima volta i lumi della città, e poi, scambiando un’ammiccatina d’occhi con Cam, continuò:
      – Bene! Io gli consiglio di parlare all’Emilia. Egli è abbastanza grande, ma è più timido d’un bambino, e non osa. Così parlo io. «Che! Lui!» dice l’Emilietta. «Oh, zio! Non potrei mai sposar lui. È un così bravo giovine!». Io le do un bacio, e non le dico altro che questo: «Mia cara, tu hai ragione di parlar sinceramente, tu devi sceglier da te, tu sei libera come un uccello». Poi vado da lui, e gli dico: «Vorrei che fosse stato come tu desideravi, ma non si può. Ma tutti e due potete rimanere come eravate, e ciò che ti dico è questo: rimani con lei come eri prima, da uomo». Egli, stringendomi la mano, mi dice: «E così sarò». Ed è stato così – bravo e virile – per due anni continui, e s’è comportato sempre come prima.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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