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      Quando veggo come tu comprendi perfettamente quella povera gente, con quanta schiettezza tu puoi partecipare alla felicità di quel semplice pescatore, o secondare l’affetto che ho per la mia vecchia governante, so che non v’è gioia o afflizione, non v’è sentimento di quella gente che possa esserti indifferente. E perciò ti ammiro e ti voglio bene, Steerforth, venti volte di più.
      Si fermò per guardarmi in viso, e mi disse:
      – Credo che tu parli sul serio, e che sii buono. Vorrei che tutti fossimo lo stesso.
      Dopo un istante, cantava allegramente la canzone del pescatore Peggotty, mentre camminava a rapidi passi sulla strada di Yarmouth.
     
     
      XXII.
      SCENE VECCHIE E PERSONE NUOVE
     
      Steerforth e io rimanemmo più di quindici giorni a Yarmouth. È inutile dire che passammo gran tempo insieme; ma di tanto in tanto si stava delle ore senza vederci. Egli era un buon marinaio; e quando andava in barca col pescatore Peggotty, divertimento suo preferito, io rimanevo quasi sempre a terra. La camera che occupavo in casa della mia Peggotty, mi metteva un freno dal quale egli era libero: perché sapendo con quanta assiduità ella accudiva Barkis tutto il giorno, non mi piaceva rimaner fuori di casa tardi; mentre Steerforth, che dormiva all’albergo, poteva non ubbidire che al proprio capriccio. Così mi avvenne d’apprendere ch’egli, dopo ch’io ero andato a letto, convitava a delle cene i pescatori nostri amici nell’osteria «Lo spirito compiacente» frequentata dal pescatore Peggotty; o che, vestito da marinaio, andava a passare le notti in mare al chiaro di luna, per rientrare con la marea del mattino.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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