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      Ma già sapevo, a ogni modo, che la sua indole irrequieta e la sua ardente attività si compiacevano di rudi esercizi e di lotte con gli elementi e di qualunque nuova maniera d’eccitazione; così non mi meravigliavo affatto di queste sue imprese particolari.
      Un’altra ragione del nostro distacco consisteva nel fatto ch’io naturalmente avevo interesse di recarmi spesso a Blunderstone per rivedere i luoghi della mia infanzia; mentre Steerforth, dopo avermici accompagnato una volta, non aveva alcun motivo per ritornarci volentieri. Così in tre o quattro occasioni, che ricordo benissimo, dopo una rapida colazione la mattina, ci separavamo per vie diverse, per ritrovarci solo la sera tardi a desinare. Non avevo alcuna idea precisa di com’egli impiegasse frattanto il suo tempo, salvo che sapevo vagamente ch’egli era diventato popolarissimo sulla spiaggia, e che aveva venti maniere di divertirsi attivamente, dove un altro non avrebbe potuto trovarne mezza.
      Dal canto mio, la mia occupazione nei miei pellegrinaggi solitarî era di osservare ogni passo dell’antica strada che percorrevo, e di rivedere, a parte a parte, gli antichi luoghi della mia infanzia, senza stancarmi mai. E vi erravo come avevo fatto spesso mentalmente, e mi vi indugiavo come vi s’erano indugiati i miei pensieri, quando n’ero stato lontano. La tomba sotto l’albero, nella quale i miei genitori erano sepolti – la tomba che io avevo considerata, quando era soltanto di mio padre, con tale curioso sentimento di pietà, e che m’aveva visto desolato quando s’era aperta a ricevere la mia cara mamma e il suo bambino – la tomba che Peggotty, con fedele devozione, aveva d’allora tenuta sempre pulita e trasformata in giardino, attirava sempre i miei passi, e mi teneva accanto a sé per ore ed ore.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





Blunderstone Steerforth Peggotty