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      Aveva sollevato il suo stesso spirito non meno di quello della signora Gummidge, perché si mostrò del suo solito umore, per via, e pieno di piacevoli motti.
      – E così – disse allegramente – domani abbandoniamo questa vita di corsari, non è vero?
      – Così abbiamo deciso – risposi. – Sai che i posti nella diligenza sono già presi.
      – Sì, non c’è rimedio, immagino – disse ,Steerforth. – Avevo quasi dimenticato che ci fosse qualche cosa di diverso al mondo dall’andar vagando sul mare qui. Vorrei che così non fosse.
      – Finché dura la novità – dissi ridendo.
      – Probabile – egli rispose, – benché ci sia certo sarcasmo nella osservazione d’una persona candida e innocente come il mio giovane amico. Bene, sì, sono mutevole e capriccioso, Davide. Lo so; ma mentre il ferro è caldo, so anche batterlo con qualche energia. Sai che potrei cavarmela bene a un esame come pilota in queste acque.
      – Il pescatore Peggotty dice che tu sei una meraviglia – risposi.
      – Un fenomeno nautico, no? – disse, ridendo, Steerforth.
      – Davvero dice così, e tu sai che è sincero. E poi so l’ardore che tu metti in tutto ciò che fai, e con quanta facilità tu t’impossessi di ogni cosa. E quello che mi fa meraviglia di più in te, Steerforth, si è che ti appaghi di questo mobile e capriccioso impiego delle tue facoltà.
      – Appagarmi? – egli rispose allegramente. – Io non son mai pago di nulla, tranne che della tua ingenuità, mia gentile Margheritina. Quanto alla mia mobilità, non ho mai imparato l’arte di adattarmi a nessuna delle ruote sulle quali girano e girano gl’Issioni dei nostri giorni.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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