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      Quando noi ci fermammo per salutarli, ella ritrasse timidamente la mano dal braccio di lui, e arrossì porgendola a Steerforth e a me. Lasciatili, dopo esserci scambiate poche parole, ella non rimise la mano nel braccio che aveva lasciato, ma, timida ancora e impacciata, andò innanzi sola. Mi parve che tutto questo fosse molto grazioso e attraente, e lo stesso parve a Steerforth, nell’atto che s’allontanavano al debole chiarore della luna.
      Ad un tratto ci passò accanto – evidentemente li seguiva – una giovane donna che non avevamo vista arrivare. La guardai in faccia, mentre passava, e mi parve mi ridestasse un vago ricordo. Era leggermente vestita, appariva piena di baldanza e di selvatichezza e di miseria; ma in quel momento, andando innanzi nel vento, sembrava non avesse altro scopo che di raggiungerli. Siccome l’oscuro orizzonte lontano, avvolgendo le persone nella sua ombra, non lasciava che sé stesso visibile fra noi e il mare e le nuvole, la giovane scomparve come erano scomparsi l’Emilia e Cam, ma senza seguirli più da presso di prima.
      – È un’ombra nera che insegue l’Emilia – disse Steerforth, fermandosi a un tratto. – Che cosa significa?
      Parlava in tono basso, che mi pareva quasi strano.
      – Chi sa, forse vorrà chieder loro l’elemosina – io dissi.
      – Una mendicante non vorrebbe dir nulla di strano – disse Steerforth – ma è strano che stasera dovesse assumere quella forma.
      – Perché? – gli chiesi.
      – Per niente, ma perché pensavo veramente – egli disse dopo un istante di silenzio – a qualche cosa di quel genere, quando l’ho vista apparire.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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