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      Se mi vedeste affacciata a una finestra alta, mi credereste una bella donna, no?
      – Ma vi credo bella dovunque vi veggo – rispose Steerforth.
      – Continuate, birbante, continuate! – esclamò la piccola creatura,
      minacciandolo col fazzoletto che in quel mentre le serviva ad asciugarsi il viso. – Continuate con le vostre insolenze! Ma vi do la mia parola d’onore che la settimana scorsa fui dalla signora Mithers... che donna! Come si conserva... e lo stesso signor Mithers venne nella stanza dove io servivo la moglie... che uomo! Come si conserva! Si conserva perfino la parrucca che porta da dieci anni. Si slanciò con tanto ardore a dirmi dei complimenti, che cominciai a pensare che sarei stata costretta a sonare il campanello. Ah, ah, ah! È un briccone simpatico, ma manca di principi.
      – Che facevate per la signora Mithers? – chiese Steerforth.
      – Questo lo so io, figlio benedetto – essa rispose picchiandosi il naso, e con una smorfia e una strizzatina d’occhi che le davano l’aspetto d’un folletto dell’altro mondo. – Non riguarda voi! Vi piacerebbe di sapere se le arresto la caduta dei capelli, o se glieli tingo, se le metto il rossetto, o le allungo le sopracciglia, non è vero? E lo saprete, diletto mio... quando ve lo dirò. Sapete come si chiamava il nonno di mio nonno?
      – No – disse Steerforth.
      – Si chiamava Acquinbocca, amor mio – rispose la signorina Mowcher – e discendeva da una lunga serie di Acquinbocca, dai quali ereditò tutti i domini di Noncisento.
      Non avevo mai visto nulla che s’avvicinasse alla strizzatina d’occhi della signorina Mowcher tranne la sua disinvoltura.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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