Pagina (493/1261)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ho sentito un brivido corrermi per la schiena a quell’ora, e son certa ch’era un asino.
      Tentai di consolarla, ma essa rifiutò ogni conforto.
      – Era un asino – disse mia zia – ed era quello con un mozzicone di coda che mi portò fino a casa la signorina Murdstone. Se a Dover v’è un asino la cui audacia m’è dura a sopportare è appunto quello.
      Giannina si avventurò a dire che forse mia zia si attristava senza ragione, perché quell’asino era allora occupato nel trasporto della ghiaia e della sabbia, e non poteva avere occasione di commettere violazioni di confini. Ma mia zia non ne volle sapere.
      La cena fu servita bene e calda, benché le camere di mia zia stessero in alto – non so se per avere più gradini di pietra per quello che spendeva, o per esser più vicina al tetto – e consistette in un pollo arrosto, una bistecca e dei legumi; e a tutto, squisitamente cucinato, io feci ampia giustizia. Ma mia zia aveva le sue idee particolari sulle vettovaglie di Londra, e mangiò pochissimo.
      – Certo questo pollo disgraziato – disse mia zia – nacque e fu allevato in una cantina, e non vide l’aria che dall’imperiale d’una diligenza. Spero che questa bistecca sia di manzo, ma non lo credo. Credo che non ci sia nulla qui di genuino, se non il fango.
      – Non credete, zia, che il pollo possa essere stato portato dalla campagna? – accennai.
      – No di certo – rispose mia zia. – Non ci sarebbe gusto per un negoziante di Londra di dar qualche cosa che sia veramente ciò ch’egli pretende che sia.
      Non mi avventurai a contrastare questa opinione, ma continuai a cenar di gusto, cosa che soddisfece grandemente mia zia.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





Murdstone Dover Londra Londra