Pagina (508/1261)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Era meravigliosamente bello passeggiar per le vie con la chiave di casa in tasca, e la certezza di poter, volendo, invitarvi chiunque, senza timore d’incomodar nessuno. Era meravigliosamente bello andare e venire, entrare e uscire, senza chieder permesso a nessuno, e, sonando il campanello, far salire dalle viscere della terra la signora Crupp tutta ansante e sudata, quando io volevo... e quando essa era disposta a salire. Tutto questo, ripeto, era meravigliosamente bello; ma debbo dire, anche, che v’erano dei momenti ch’era assai triste.
      Era bello la mattina, specialmente nelle belle mattine. Con la luce del giorno la vita mi pareva libera e fresca; con quella del sole anche più fresca e libera. Ma come il giorno declinava, la vita sembrava declinare anch’essa. Non so perché; ma di rado mi sembrava attraente a luce di candela. A quell’ora, sentivo il bisogno di qualcuno con cui conversare. Sentivo la mancanza di Agnese. Trovavo un gran vuoto al posto di quella sorridente custodia delle mie confidenze. Pareva che la signora Crupp se ne stesse appartata in una lontananza remota, ed io pensavo al mio predecessore, morto di bevande e di fumo, che avrei desiderato ancor vivo, perché non mi molestasse col ricordo della sua morte.
      Dopo due giorni e due notti, mi sembrò che avessi passato due anni in quell’appartamentino; e pure non ero ancora invecchiato d’un’ora, e ancora mi tormentava la coscienza della mia estrema giovinezza.
      Non rivedendo più Steerforth, pensai che stesse male. Il terzo giorno uscii presto dal Commons, e presi la via di Highgate.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





Crupp Agnese Crupp Steerforth Commons Highgate