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      .. non si sapeva mai, un incendio!
      Era successa qualche confusione al buio, perché la porta non c’era più. Stavo cercandola fra le tende del terrazzino, quando Steerforth, ridendo, mi prese per il braccio e mi condusse fuori. Scendemmo la scalinata uno dietro l’altro. Agli ultimi gradini qualcuno cadde, e rotolò in fondo. Qualcun altro disse che era Copperfield. Io m’irritai di questa falsa asserzione, ma poi, trovandomi steso di schiena nell’andito, cominciai a pensare che vi potesse essere un fondo di vero.
      Che serata folta di nebbia, con grandi cerchi intorno ai fanali nelle strade! Sentii vagamente parlare che fosse umida. A me parve addirittura ghiacciata. Steerforth mi spolverò sotto un fanale, e m’assestò il cappello, che qualcuno aveva raccattato non so dove, meravigliosamente, perché io non l’avevo in testa. Steerforth allora mi disse: «Come ti senti, Copperfield, ti senti bene?», e io gli dissi: «Maicosìbene».
      Una persona che stava nel buco d’una colombaia, apparve nella nebbia, e prese del denaro da qualcuno, domandando se io fossi uno di quelli per i quali si pagava l’ingresso, e parve esitasse (come ricordo quella rapida occhiata!) ad accettare il denaro per me. Poco dopo, stavamo in alto in un teatro molto caldo a guardare giù in platea che mi sembrava tutta vaporante; così poco discernevo le persone di cui era gremita. V’era anche una gran scena, molto pulita e liscia dietro le vie, e poi della gente che passeggiava, e parlava di questo e di quello, ma in maniera inintelligibile.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





Steerforth Copperfield Copperfield