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      – Quell’affare della prima obbligazione di quattromila e cinquecento sterline non ha il corso che si sarebbe aspettato, Spiker – disse il signor Gulpidge.
      – Volete dir del D. di A.? – disse il signor Spiker.
      – Del C. di B. – disse il signor Gulpidge. Il signor Spiker levò le sopracciglia, e parve molto sorpreso.
      – Quando la cosa fu riferita a lord... è inutile dire il nome – disse il signor Gulpidge, frenandosi.
      – Comprendo – disse il signor Spiker – N. Il signor Gulpidge fece un cenno oscuro:
      – Fu riferita a lui. Rispose: senza denaro, niente liberazione.
      – Bontà del Cielo! – esclamò il signor Spiker.
      – Senza denaro, niente liberazione – ripeté con fermezza il signor Gulpidge. – L’erede diretto... voi mi capite.
      – K. – disse il signor Spiker, con uno sguardo sinistro.
      – K. allora positivamente rifiutò di firmare. Fu seguito fino a Newmarket con quello scopo, e di punto in bianco rifiutò di farlo.
      Il signor Spiker era così attento, che sembrava impietrato.
      – Così la faccenda per il momento è a questo punto – disse il signor Gulpidge, gettandosi indietro nella sedia. – Il nostro amico Waterbrook mi scuserà se, per l’importanza degli interessi che vi son coinvolti, evito di spiegarmi più chiaramente.
      Il signor Waterbrook mi sembrava più che felice che alla sua tavola si accennasse, anche fugacemente, a interessi così gravi e a nomi così importanti. Egli assunse una espressione di intelligente gravità (benché io sia persuaso che di quella discussione avesse compreso anche meno di me), e approvò solennemente la discrezione che era stata osservata.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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