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      ), che credo che, per far piacere a lui, possa diventar buona con me.
      Scandagliai la profondità di tutto il progetto di quel briccone, e compresi la ragione perché non lo rivelava così apertamente.
      – Se avete la bontà di conservare il segreto, signorino Copperfield – egli proseguì – e, in generale, di non essermi contrario, lo terrò come un favore particolare. Non è nelle vostre intenzioni d’esser cattivo. So che cuore di amico voi possedete; ma avendomi conosciuto in uno stato modesto (nel più modesto, dovrei dire, perché sono ancora modesto), potreste, senza volerlo, essermi piuttosto contrario con la mia Agnese. La chiamo mia, vedete, signorino Copperfield. Ve una canzone che dice: «Lascio lo scettro per dirti mia». Spero di farlo, un giorno.
      Cara Agnese! Così buona e affettuosa, che io non conoscevo nessuno degno neppur lontanamente di lei, era mai possibile che fosse destinata ad esser moglie di un simile miserabile?
      – Non c’è fretta per ora, sapete, signorino Copperfield – continuò Uriah, con quel suo tono vischioso, mentre io lo fissavo con quel pensiero in mente. – La mia Agnese è ancora assai giovane; e la mamma e io dovremo salire ancora e disporre di molte altre cose, prima di poterci pensare. Così, come me se n’offriva il destro, avrò tempo di abituarla a poco a poco al mio progetto. Oh, quanto vi son riconoscente per questa confidenza! Oh, non immaginate che sollievo sia saper che voi comprendete la nostra condizione, e siete risoluto a non contrariarmi per non cagionare dispiaceri in famiglia!


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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