Pagina (564/1261)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      ) La domenica mattina, che non studio, debbo pur far qualcosa. Così dissi a papà ieri sera che sarei uscita. E poi è la più bell’ora del giorno. Non è vero? Arrischiai un audace volo, dicendo (non senza balbettare) che per me era fulgidissima, benché un minuto prima fosse tenebrosa.
      – Volete farmi un complimento? – disse Dora – o il tempo è veramente cambiato?
      Balbettai peggio di prima, rispondendo che il mio non era un complimento, ma la pura verità, benché non mi fossi accorto che il tempo si fosse cambiato. Parlavo di ciò che era avvenuto nel mio sentimento, aggiunsi timidamente, per rafforzare la spiegazione.
      Non avevo mai visto riccioli simili – come avrei potuto vederli se non ce n’erano? – simili a quelli ch’ella scosse per nascondere il suo rossore. Quanto al cappello di paglia e ai nastri azzurri ch’erano sui riccioli, se avessi potuto sospenderli nella mia stanza di Buckingham Street, che tesoro impareggiabile che avrei posseduto!
      – Siete ritornata appena da Parigi – dissi.
      – Sì – ella disse. – Ci siete mai stato?
      – No.
      – Oh! Spero che ci andrete presto. Vi piacerebbe tanto!
      Tracce di profonda angoscia mi si sarebbero certo scoperte in volto. Che ella sperasse che io v’andassi, ch’ella dovesse pensar probabile che io vi potessi andare, m’era insopportabile. A me importava un bel nulla di Parigi; a me importava un bel nulla della Francia. Dissi che per nulla al mondo avrei lasciato l’Inghilterra proprio in quei momenti. Tutti i tesori del mondo non mi ci avrebbero indotto. In breve, ella s’era messa di nuovo ad agitare i riccioli, quando il cagnolino, con nostro gran sollievo, ci raggiunse di corsa nel viale.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





Dora Buckingham Street Parigi Parigi Francia Inghilterra