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      Steerforth, passando a un nuovo argomento, con un gesto di noncuranza e un sorriso, e l’affermazione che avrebbe rivisto con gioia il vecchio compagno che si era dimostrato sempre così bizzarro, mi chiese se potessi dargli qualche cosa da mangiare. Durante la maggior parte di questo breve dialogo, nei momenti che non aveva parlato con la sua solita indiavolata vivacità, s’era ostinato a battere il pezzo di carbone con l’attizzatoio. Osservai che faceva lo stesso mentre raccoglievo gli avanzi del pasticcio di piccione e di qualche altra cosa.
      – Ebbene, Margheritina, ecco un pranzo da principe! – esclamò, rompendo improvvisamente il silenzio, e sedendosi a tavola. – Gli farò giustizia, perché io arrivo da Yarmouth.
      – Credevo che fosti arrivato da Oxford – risposi.
      – No – disse Steerforth – sono stato occupato meglio. Ho fatto il marinaio.
      – Littimer è venuto qui oggi a domandar di te – osservai – e m’era parso di capire che tu ti fossi trattenuto a Oxford; ma ora che ci ripenso, non me l’ha detto lui, certo.
      – Littimer è più sciocco di quel che credevo, con l’andare in giro domandando di me – disse Steerforth, versandosi allegramente un bicchiere di vino, e bevendo alla mia salute. – Quanto a comprenderlo, se tu ci arrivi, Margheritina, sarai più abile di tutti noi.
      – È vero, infatti – dissi, avvicinando la sedia alla tavola. – Dunque sei stato a Yarmouth, Steerforth! – aggiunsi, curioso di saper tutto. – Ti ci sei trattenuto molto?
      – No – mi rispose – una scappata di circa una settimana.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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