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      – Senti, Steerforth, se il tuo spirito animoso avrà la pazienza di ascoltarmi...
      – È uno spirito potente il mio, e farà quello che tu vuoi – egli rispose, lasciando la tavola per sedersi accanto al focolare.
      – Allora senti, Steerforth. Io ho intenzione d’andare a vedere la mia vecchia governante. Non perché speri di giovarle o d’esserle utile in nulla; ma perché m’è così affezionata, che la mia visita avrà quasi l’effetto di giovarle e d’esserle utile. Ella la gradirà tanto, che le parrà un sollievo e un conforto. E non credo che sia compiere un grande sforzo, per una persona che mi s’è mostrata sempre tanto amica. Non v’andresti per una giornata, se tu fossi nei miei panni?
      Il suo volto era pensoso. Egli stette un po’ a meditare prima di rispondere, a voce bassa:
      – Bene, va’. Non fai male ad andare.
      – Tu ne ritorni appunto adesso – dissi – e sarebbe inutile dirti di venire con me.
      – Perfettamente inutile – egli disse. – Stasera me ne vado a Highgate. Da parecchio tempo non veggo mia madre, e ne ho rimorso, perché significa pur qualche cosa essere amato nel modo come ella ama il suo figliuol prodigo... Bah! Sciocchezze!... Immagino che tu intenda partire domani? – egli disse, tenendomi a distanza, con una mano su ciascuna delle mie spalle.
      – Sì, vorrei partir domani.
      – Bene, allora, rimanda fino a posdomani. Volevo che tu venissi a stare pochi giorni con noi. Ero venuto apposta per dirtelo, ed ecco che tu prendi la fuga per Yarmouth.
      – Hai un bel coraggio di parlar di fuga, Steerforth, quando tu non fai continuamente che correre di qua e di là senza uno scopo concepibile.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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