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      Innocente com’ero e sapevo d’essere, riguardo a qualunque colpa di cui ella potesse probabilmente sospettarmi, sfuggivo da quegli strani occhi, incapace di sopportarne l’avido fulgore.
      Per tutta la giornata, in tutta la casa parve non ci fosse che lei. Se conversavo con Steerforth nella sua camera, sentivo la veste di lei frusciare nel corridoietto al di fuori. Quando io e lui ci mettemmo a giocare ai nostri antichi giuochi sul prato dietro la casa, vidi il viso di lei passare da una finestra all’altra, come una luce errabonda, finché non sostò, vigilante, in una. Quando verso sera uscimmo tutti e quattro per una passeggiatina, ella mi chiuse il braccio nella sua mano sottile per tenermi indietro, mentre Steerforth e la madre andavano innanzi e non potevano più sentire; e allora cominciò a parlarmi.
      – Voi siete stato parecchio tempo senza venir qui – ella disse. – La vostra professione è proprio così attraente e aggiogante, da esigere tutta la vostra attenzione? Domando, perché mi piace di sapere, quando non so. È proprio così?
      Risposi che la mia professione mi piaceva abbastanza, ma che non potevo dire che m’occupasse tanto e poi tanto.
      – Oh, son lieta di saperlo, perché mi piace sempre d’esser corretta, quando sbaglio! – disse Rosa Dartle. – Intendete dire che è un po’ arida, forse?
      – Bene – risposi; – forse un po’ arida è.
      – Oh! E questa è la ragione per cui avete bisogno di distrazioni... di riposo e d’eccitanti anche, no? – ella disse. – Ah, verissimo! Ma non è un po… Eh?... Dico per lui, non per voi.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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