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      E se qui fermassi la mia mano riluttante, non diventerebbero migliori. Ciò che è stato, è stato. Nulla può disfarlo; nulla può farlo diverso da quel che fu.
      La buona Peggotty doveva venire a Londra con me il giorno dopo per alcune formalità testamentarie. L’Emilietta s’era trattenuta quel giorno in casa Omer. Dovevamo trovarci tutti nel vecchio battello la sera. Cam avrebbe accompagnato l’Emilia all’ora solita. Io me ne sarei riandato a piedi a mio agio. Il fratello e la sorella avrebbero fatto il viaggio di ritorno come all’andata, e ci avrebbero aspettati la sera accanto al fuoco.
      Mi divisi da loro al cancello dove uno Strap immaginario s’era riposato con lo zaino di Roderick Random nei giorni d’una volta; e invece di avviarmi dritto per la mia strada, volsi un po’ il passo sulla strada di Lowestoft. Poi tornai indietro e m’incamminai per Yarmouth. Mi fermai a desinare a un’osteriola, distante un paio di miglia dall’approdo che ho già menzionato; e così trascorsi il giorno, ed era già sera quando lo raggiunsi. In quel momento pioveva molto, e il vento soffiava forte, ma c’era la luna dietro le nuvole, e ci si vedeva abbastanza.
      Giunsi subito in vista della dimora del pescatore Peggotty, e scorsi il lume che ardeva alla finestra. Affondando fino a mezza gamba nella sabbia inumidita, arrivai alla porta ed entrai.
      Vi si respirava ad agio. Il pescatore Peggotty aveva fatto la sua pipata serale, e fervevano i preparativi per la cena imminente; ardeva allegramente il fuoco, s’ammonticchiavano le ceneri; il baule, sul quale era solita sedersi l’Emilietta, attendeva all’antico posto.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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