Pagina (646/1261)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      È sempre notte colà, ed egli è l’unico personaggio sulla scena.
      – Voi siete istruito – disse in fretta – e sapete come debbo fare per dirlo in casa. Come debbo fare per dirlo allo zio, signorino Davy?
      Vidi la porta muoversi, e istintivamente tentai di premere sul saliscendi, per guadagnare il tempo d’un istante. Era troppo tardi. Il pescatore Peggotty sporse fuori il viso; e non dimenticherei mai, campassi cinquecento anni, il mutamento che avvenne nei suoi lineamenti nel momento che ci vide.
      Ricordo un gemito e un urlo, e le donne che lo circondano, e noi che gli stiamo d’intorno in casa; io con un foglio in mano, datomi da Cam;
      Il pescatore Peggotty con la sottoveste aperta, i capelli in disordine, il viso e le labbra bianchi, con un filo di sangue sul petto (credo che gli fosse uscito di bocca), con lo sguardo fisso su di me.
      – Leggete, signore – disse con un tremito nella voce fioca. – Piano, prego; non so se mi riuscirà di capire.
      In mezzo a un silenzio mortale, lessi un lettera mezzo cancellata dalle lacrime
      «Quando riceverete questa, voi che mi amate più di quanto io abbia mai meritato, anche quando il mio cuore era innocente, sarò lontana...
      – Sarò lontana – egli ripeté lentamente. – Un momento. Emilia lontana! Dopo?
      «Quando io abbandonerò la mia cara dimora... la mia cara dimora... sì, la mia cara dimora... domani mattina...
      La lettera portava la data della sera innanzi:
      «... sarà per non più ritornarvi, a meno che egli non mi riconduca dopo aver fatto di me sua moglie. Avrete questa lettera la sera della mia partenza, molte ore dopo, nel momento che dovrei rivedervi.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





Davy Peggotty Cam Peggotty Piano