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      – Spero – egli disse – che voi stiate bene?
      – Credo che non ve ne prema molto – dissi. – Sì, se desiderate saperlo.
      Ci scambiammo un’occhiata, e poi egli si volse a Peggotty:
      – E voi? – disse. – Mi dispiace di vedere che avete perduto vostro marito.
      – Non è la prima perdita che ho sofferto, signor Murdstone – rispose Peggotty tremando dalla testa ai piedi. – Sono contenta di sapere che di questa nessuno abbia colpa e nessuno debba risponderne.
      – Ah! – egli esclamò. – Una consolante riflessione. Avete fatto il vostro dovere?
      – Per grazia di Dio, non ho abbreviato la vita di nessuno – disse Peggotty. – No, signor Murdstone, non ho affrettato con la paura e i tormenti la morte di nessuno.
      Egli scoccò un’occhiata torva – con una punta di rimorso, credo – per un istante, e volgendosi a me, ma guardandomi i piedi, invece della faccia:
      – Probabilmente non c’incontreremo presto un’altra volta; e sarà bene, certo, perché simili incontri non possono mai essere piacevoli. Non spero che voi, che vi ribellaste sempre contro la mia legittima autorità, esercitata per il vostro bene e per la vostra educazione, possiate aver mai per me un sentimento di benevolenza. Ve un’antipatia fra noi...
      – Inveterata, penso – dissi, interrompendolo.
      Egli sorrise, e mi dardeggiò la più maligna occhiata che potessero dardeggiare que’ suoi sguardi foschi.
      – Sì, vi covava già in petto da bambino – egli disse. – Amareggiò la vita della vostra povera madre. Avete ragione. Spero che possiate comportarvi meglio, e che possiate trovare il modo di correggervi.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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