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      Non posso dire che fossero molto rassomiglianti, o che avessero particolarmente l’apparenza di fiori che io avessi mai osservati; ma riconobbi dalla carta che li avvolgeva, accuratamente ricopiata, la natura della composizione.
      La signorina Mills fu lietissima di vedermi, e dolentissima che suo padre non fosse in casa: circostanza questa che, a quanto vidi, sopportammo tutti con gran coraggio. La signorina Mills alimentò la conversazione per alcuni minuti, e poi, lasciando cadere la penna sull’Elegia dell’affetto, fu vista levarsi e lasciare la stanza.
      Cominciai a pensare di rimandare la dichiarazione a un altro giorno.
      – M’auguro che il vostro cavallo non fosse stanco quando arrivò a casa la sera – disse Dora levandomi in viso i suoi begli occhi. – Per lui fu un lungo viaggio.
      Cominciai a pensare di fare la dichiarazione in quel giorno.
      – Per lui fu un lungo viaggio – io dissi – perché non aveva nulla con che sostenersi.
      – Non gli era stato dato da mangiare, poverino? – chiese Dora.
      Cominciai a pensare di rimandarla a un altro giorno.
      – S... sì – dissi – gli fu dato da mangiare. Intendevo che esso non godé come me l’ineffabile felicità che ebbi io con l’esservi vicino.
      Dora chinò la testa sul disegno, e disse, dopo un istante – m’ero sentito nell’intervallo ardere di febbre, e con le gambe addirittura irrigidite:
      – Neppur voi sembraste godere di quella felicità quel giorno, in un certo momento.
      Vedevo ora che io ero sul punto di farla, e dovevo farla all’istante.
      – Voi non vi curaste minimamente di quella felicità – disse Dora, sollevando sdegnosamente le ciglia e scotendo il capo – quando eravate in conversazione animata con la signorina Kitt.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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