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      – Certo, anch’io direi così, zia.
      – E allora perché non lo pensi? – disse mia zia.
      – Perché voi e io siamo diversi – risposi.
      – Sei uno sciocco, Trot! – rispose mia zia. Mia zia continuò con un piacere calmo, nel quale non c’era molta affettazione, se pure ve n’era, a bere col cucchiaio, e a inzuppare i crostini.
      – Trot – ella disse – in generale non mi piacciono le facce nuove, ma la tua Barkis non mi dispiace, sai?
      – Ho più piacere di sentirvi dir così, che d’avere un centinaio di sterline! – dissi.
      – È un mondo veramente straordinario – osservò mia zia, stropicciandosi il naso. – Non arrivo a spiegarmi dove quella donna sia andata a cercarsi quel nome. Credo che sarebbe molto più facile nascere una Jackson, o qualche cosa di simile.
      – Forse anche lei è del vostro parere, zia; ma non è colpa sua – dissi.
      – Credo di no – rispose mia zia, ammettendolo molto mal volentieri; – ma è un grave difetto. Però, adesso è Barkis, ed è una consolazione. Barkis ti vuol molto bene, Trot.
      – Non v’è nulla ch’ella non farebbe per dimostrarmelo – dissi.
      – È vero, lo credo – rispose mia zia. – Non sai che quella povera sciocca m’ha pregato e scongiurato d’accettare un po’ del suo denaro, perché dice che ne ha troppo... Stupida!
      Mia zia piangeva lagrime di consolazione, e quasi le gocciolavano nella birra calda.
      – È la più ridicola creatura che io mi sia mai incontrata – disse mia zia. – M’accorsi subito, nel primo istante che la vidi con quella cara piccina di tua madre, che era la persona più ridicola del mondo.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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