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      – Per l’amore di Agnese Wickfield... il Cielo la benedica!
      – Vi son grato della vostra benedizione! – egli interruppe.
      – Vi dico ciò che, in altre circostanze, avrei subito pensato di dire a... Jack Ketch.
      – A chi, signore? – disse Uriah, stendendo il collo, e mettendosi la mano all’orecchio.
      – Al boia – risposi. – All’ultima persona alla quale si penserebbe (benché il volto di lui suggerisce naturalmente il paragone). Io sono fidanzato a un’altra signorina. Spero che questo vi lascerà soddisfatto.
      – Parola d’onore? – disse Uriah.
      Stavo per confermargli indignato la mia affermazione, quando s’impadronì della mia mano e le diede una stretta.
      – Oh, signorino Copperfield! – egli disse. – Se aveste avuto la bontà di farmi questa confidenza quella notte che versai nel vostro cuore la pienezza del mio e che vi diedi tanto disturbo dormendo innanzi al vostro caminetto, non avrei mai dubitato di voi. Stando così le cose, sarò felice di togliere immediatamente mia madre dal fianco di Agnese. Voi scuserete la precauzione dell’affetto, non è vero? Che peccato, signorino Copperfield, a non dirmi il vostro segreto! E non ve n’è mancata l’occasione. Ma voi non vi siete mai confidato con me, come sarebbe stato mio desiderio. So che voi non mi avete mai voluto bene, come io ve ne ho voluto.
      Nel frattempo, con le dita umide e viscide, m’andava stringendo la mano, e invano io mi sforzavo di distrigarnela. Se la trasse sotto la manica del suo soprabito color mattone scuro, e camminai, quasi trascinato, a braccetto con lui.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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