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      Mi sforzai di trovare il giusto mezzo fra questi due estremi; mia zia approvò il risultato; e il signor Dick gettò una scarpa in aria dietro Traddles e me, per augurio, mentre scendevamo le scale.
      Nonostante tutta la mia stima per le eccellenti qualità di Traddles, e nonostante tutto l’affetto che sentivo per lui, avrei voluto, in quella delicata particolare occasione, ch’egli non avesse contratto l’abitudine di pettinarsi i capelli a foggia di spazzola. Questo gli dava un’aria intontita – per non dire l’aria d’una granata per la cenere – che non mi presagiva nulla di buono.
      Mentre s’andava verso Putney, mi presi la libertà di dirglielo, e di consigliarlo d’appiattirsi un po’ i capelli...
      Mio caro Copperfield – disse Traddles, levandosi il cappello, e lisciandosi i capelli in tutti i sensi: – sarei felicissimo d’accontentarti. Ma non c’è verso di farli star giù.
      – Non l’è possibile di portarli più lisci?
      – No – disse Traddles: – è addirittura impossibile. Se portassi fino a Putney mezzo quintale in testa, l’istante dopo che mi fossi liberato da quel peso, si rizzerebbero di nuovo. Tu non immagini che capigliatura ostinata sia la mia. Sono assolutamente un istrice furioso.
      Ero un po’ deluso, debbo confessarlo, ma veramente incantato della sua dolcezza. Gli dissi quanto mi piacesse la bontà del suo carattere; e osservai che tutta la sua ostinazione s’era rifugiata nella capigliatura, perché in lui non ce n’era ombra.
      – Oh! – rispose Traddles, ridendo. – La mia disgraziata capigliatura ha una storia.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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