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      Io sono stato molto fortunato nelle cose di questo mondo; molti hanno speso la stessa somma di energia e non hanno avuto lo stesso esito; ma non avrei potuto mai fare ciò che ho fatto, senza le abitudini della puntualità, dell’ordine e della diligenza, senza la determinazione di concentrarmi su un solo oggetto alla volta, e il proposito di non curarmi di quello che doveva immediatamente succedergli. Il Cielo sa che io non scrivo questo con uno scopo di autoincensamento. Chi passa, come me, in rassegna la propria vita, dev’essere stato, per risparmiarsi il rimorso di molte qualità neglette, di molte occasioni trascurate, di molti cattivi sentimenti lottanti e trionfanti di continuo negl’imi recessi del cuore, veramente e profondamente buono. Io posso dire di non possedere un solo dono naturale, del quale non abbia abusato. Ma ciò che semplicemente voglio affermare si è che tutto quello che cercavo di fare, cercavo con tutte le forze di farlo bene; che mi dedicavo interamente a ciò che intraprendevo; e che nelle grandi come nelle piccole cose, miravo sempre seriamente allo scopo. Io non ho mai creduto possibile che un’abilità naturale o acquisita raggiunga il suo fine senza un lavoro costante, fermo, tenace. Non si può trionfare al mondo senza il lavoro. L’ingegno svegliato e qualche occasione fortunata possono formare i due lati della scala sulla quale alcuni salgono, ma i pioli della scala debbono esser fatti di materia resistente, e nulla potrebbe sostituire una completa, ardente, sincera volontà di riuscire.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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