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      Ella era convinta che molti buoni effetti risultassero da quel suo modo di governar la casa, ed era lieta come una bambina che giuoca con la casetta della bambola.
      E così si andò innanzi. Dora voleva bene a mia zia quasi come a me, e spesso le narrava del tempo in cui temeva che fosse una vecchia brontolona. Non avevo vista mia zia addolcirsi mai tanto per nessuno. Ella faceva la corte a Jip, benché Jip non le corrispondesse; sentiva tutti i giorni Dora sonar la chitarra, benché non avesse gran gusto per la musica, credo; non parlava mai male delle Incapaci, per quanto forte potesse esserne la tentazione; percorreva prodigiose distanze a piedi per comprare, come sorpresa, delle bazzecole che sapeva desiderate da Dora; e non veniva mai dalla parte del giardino, senza gridare a piè della scala, vedendo che Dora non c’era, con una voce che, si spandeva allegramente per tutta la casa:
      – Dov’è Fiorellino?
      XLV.
      IL SIGNOR DICK GIUSTIFICA LE PREDIZIONI DI MIA ZIADa qualche tempo avevo lasciato il dottore. Abitando nel vicinato, lo vedevo spesso; e due o tre volte eravamo stati da lui a desinare o a prendere il tè. Il Vecchio Soldato era acquartierato in permanenza sotto il tetto del dottore. Ella era esattamente la stessa d’una volta, e le stesse immortali farfalle svolazzavano sul suo cappellino.
      Come altre madri da me conosciute, la signora Markleham aveva più di sua figlia la smania dei divertimenti. Aveva un gran bisogno di divertirsi, e, da quell’astuto soldataccio ch’ell’era, si dava l’aria, seguendo le proprie inclinazioni, di consacrarsi interamente a sua figlia.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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