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      Avevamo oltrepassato Temple Bar. Tacendo oramai, e camminando al mio fianco, egli s’era concentrato nell’unico scopo della sua vita di devozione; e andava innanzi in quell’intenso raccoglimento di tutte le sue facoltà che gli avrebbe fatto trovare la solitudine in mezzo alla folla più rumorosa. Non eravamo lungi dal ponte di Blackfriars, quando egli volse la testa per mostrarmi con lo sguardo una donna che passava soletta dall’altro lato della via. Vidi subito che era quella che cercavamo.
      Traversammo la strada, e stavamo per avvicinarla, quando pensai che ella forse sarebbe stata più disposta a dimostrarci la sua simpatia per la ragazza perduta, se le avessimo parlato in un punto più tranquillo, lungi dalla folla curiosa. Dissi perciò al mio compagno che era bene seguirla ancora, prima di rivolgerle la parola; seguendo in ciò anche certo mio indistinto desiderio di saper dove andasse.
      Egli acconsentì, e noi la seguimmo a distanza, non perdendola mai di vista, non cercando mai di giungerle più da presso, giacché a ogni istante ella si guardava intorno. Una volta, si fermò per ascoltare una compagnia di musicanti, e ci fermammo anche noi
     
      Continuò poi ad andare per un bel tratto, e noi la seguimmo. Era evidente, dal suo passo, che era diretta in un punto determinato. Questo e lo studio ch’ella metteva a seguir le vie più frequentate e lo strano fascino di quel pedinamento, mi confermarono nel proposito di aspettare prima di avvicinarla. Finalmente svoltò in un vicolo oscuro e triste, dove non arrivavan più rumori né gente, e io dissi: «Ora possiamo parlarle»; e tutti e due, deliberatamente, affrettammo il passo.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





Temple Bar Blackfriars