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      Foste voi, signore?
      – Sì – risposi.
      – Da quanto tempo sarei nel fiume – disse guardandolo con una terribile espressione – se avessi avuto verso di lei il minimo torto da rimproverarmi. Dalla prima notte di questo inverno mi sarei resa giustizia, se avessi avuto la minima parte di colpa in ciò che ella ha commesso.
      – Ma si sa benissimo la causa della sua fuga – dissi. – Voi non ne avete colpa, lo sappiamo benissimo, siatene certa.
      – Oh, se fossi stata più buona, avrei seguito i suoi consigli! – esclamò la ragazza, con disperato rimpianto. – Perché essa con me fu sempre tanto buona. Non mi disse mai una parola che non fosse dolce e onesta. È verosimile che io tentassi di farla simile a me, conoscendomi come mi conosco? Quando io perdetti tutto ciò che fa cara la vita, il più doloroso di tutti i miei pensieri fu che io era separata per sempre da lei.
      Il pescatore Peggotty, stando con una mano sulla prora d’una barca, e gli occhi abbassati, si portò la mano libera al viso.
      – E quando seppi da qualcuno del nostro paese ciò che era successo – esclamò Marta – il mio più triste pensiero fu che la gente, pensando che a lei una volta non dispiaceva la mia compagnia, avrebbe detto che io l’avevo pervertita. E Iddio sa che avrei dato la vita per restituirle l’onore.
      Marta, non più avvezza a dominarsi, s’abbandonava tutta alla straziante ambascia del suo rimorso.
      – Morire non sarebbe stato molto... no... avrei vissuto! – ella esclamò. – Sarei invecchiata in queste strade miserabili... fuggita da tutti, avrei vagato nel buio.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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