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      – disse il signor Micawber, gesticolando violentemente col fazzoletto, e stendendo le braccia di tanto in tanto, come se nuotasse in mezzo a difficoltà sovrumane. – Io non farò più questa vita. Sono uno sciagurato, separato da tutto ciò che può fare tollerabile la vita. In servizio di quel briccone d’inferno sono stato sotto l’influsso d’un tabù. Restituitemi mia moglie, restituitemi i figli, rimettete Micawber al posto del disgraziato che oggi va intorno coi piedi in queste scarpe, e domani ditemi di inghiottire una sciabola, e lo farò con appetito. Non avevo visto mai un uomo così eccitato. Tentai di calmarlo, per fargli dir qualche cosa di più sensato; ma non volle sentir nulla e si eccitò sempre più.
      – Io non metterò più questa mano nella mano di nessuno – disse il signor Micawber, ansando, soffiando e singhiozzando, come se lottasse con una corrente d’acqua – se non avrò fatto a pezzi quell’o... quell’odioso serpente di Heep!... non accetterò più l’ospitalità di nessuno, se non avrò deciso il Vesuvio a vomitar la sua lava su quello sce... su quello scellerato di Heep... Non potrò mandar giù il minimo rinfresco... sotto questo... specialmente il ponce... se prima non avrò cavato gli occhi a quel ladro... a quel bugiardo di Heep... Non vedrò nessuno... non dirò nulla... non dormirò in nessuna parte... se prima non avrò ridotto in polvere... in atomi impalpabili quell’ipocrita infernale... quel farabutto immortale di Heep!
      Temei un momento che il signor Micawber stramazzasse lì morto.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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