Pagina (1028/1261)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Le chiesi se quella fosse la nostra destinazione. Siccome mi rispose di sì con lo stesso gesto frettoloso, fermai una carrozza vuota che ci veniva incontro, e vi salimmo entrambi. Quando le chiesi dove il cocchiere dovesse condurci, mi rispose: «Dovunque, nei pressi di Golden Square, e presto!», poi si ritrasse in un angolo, e nascondendosi il viso nella mano tremante, con l’altra mi accennò di tacere, come se non potesse sopportare il suono d’una parola.
      In grande ansia, e oscillante fra la speranza e il timore, la guardai come per ottenere qualche spiegazione. Ma, vedendo che era suo desiderio di esser lasciata in pace, non tentai più di rompere il silenzio. Si andò innanzi senza pronunziare una parola. A volte, ella guardava fuori dello sportello, come se le sembrasse d’andare troppo piano, mentre in realtà si correva velocemente; ma poi rimaneva esattamente nello stesso atteggiamento di prima.
      Discendemmo a un canto di Golden Square, e dissi al cocchiere d’aspettare, pensando che si potesse ancora aver bisogno di lui. Ella mi posò la mano sul braccio e mi trascinò rapidamente verso una di quelle oscure viuzze, numerose da quella parte, dove le case, che una volta erano state belle dimore occupate da famiglie intere, eran degenerate in poveri alloggi appigionati a quartierini separati. Entrando nella porta di una di quelle case, ella mi lasciò il braccio e mi fece cenno di seguirla per la scala comune, che era come un canale tributario della strada.
      La casa sciamava d’inquilini.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





Golden Square Golden Square