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      A quel suono un brivido mi corse la schiena, perché era la voce di Emilia.
      – Sì – rispose la signorina Dartle – sono venuta a veder voi. Come? Non vi vergognate con quella faccia di peccato?
      Il risoluto e inflessibile odio del suo accento, la sua fredda acredine e il suo furore frenato, me la presentarono agli occhi della mente come se la vedessi in piena luce. Vidi i neri occhi lampeggianti, e la persona arsa dall’ira; e vidi la cicatrice, col segno bianco che le traversava le labbra, fremere e vibrare mentre parlava.
      – Son venuta a vedere – ella disse – il capriccio di Giacomo Steerforth; la ragazza che è fuggita con lui, ed è la ciarla di tutto il popolino del suo paese; la sfrontata, la scaltra, la perfida compagna d’una persona come Giacomo Steerforth. Voglio sapere com’è fatta una simile miserabile.
      Vi fu un fruscio, come se la infelice ragazza, sulla quale si ammucchiavano tante ingiurie, corresse verso la porta; ma la signorina Dartle rapidamente s’interpose. Seguì un istante di silenzio.
      Quando la signorina Dartle riprese a parlare, lo fece a denti stretti e battendo un piede.
      – State qui – ella disse – o vi smaschero innanzi a tutti gli inquilini di questa casa e tutta la via. Se provate a fuggire, vi farò fermare io, dovessi afferrarvi per i capelli, e sollevare contro di voi le stesse pietre del muro.
      Un mormorìo di sgomento mi giunse alle orecchie. Successe un istante di silenzio. Non sapevo che fare. Per quanto desiderassi di troncare quel colloquio, sentivo che non avevo il diritto di presentarmi; che solo il pescatore Peggotty doveva vedere l’Emilia e riprendersela.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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