Pagina (1039/1261)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      – e lo coprì con un fazzoletto.
      – Signorino Davy – egli disse con voce tremante, quando l’ebbe coperto – ringrazio il Padre Celeste che ha fatto avverare il mio sogno. Lo ringrazio dal profondo del cuore per avermi guidato, per la via da lui segnata, alla mia diletta!
      Con queste parole egli se la prese nelle braccia; e con il viso velato stretto sul suo petto e rivolto verso gli occhi di lui, la portò, immota e inconscia, giù per le scale.
      LI.
      L’INIZIO D’UN VIAGGIO PIÙ LUNGOLa mattina appresso, di buon’ora, mentre passeggiavo in giardino con mia zia (che usciva poco quei giorni, dovendo assistere la mia cara Dora), mi si venne a dire che il pescatore Peggotty desiderava parlarmi. Gli andai incontro a metà strada verso il cancello; ed egli si scoperse la testa, com’era suo costume vedendo mia zia, per la quale sentiva un gran rispetto. A lei io avevo raccontato tutto ciò che era accaduto la sera innanzi. Senza dire una parola, ella gli andò incontro con un viso cordiale, gli strinse la mano, e gli batté gentilmente il braccio: atti tutti che erano in sé stessi tanto espressivi, che non v’era alcuna necessità di dir nulla. Il pescatore Peggotty la comprese assai bene, come se avesse udito un lungo discorso.
      – Entrerò in casa, Trot – disse mia zia – a veder come sta Fiorellino, che a quest’ora vorrà alzarsi.
      – Non perché ci sia qui io, signora, spero – disse il pescatore Peggotty. – Se questa mattina il mio cervello non è andato in prigione – con che il signor Peggotty voleva dire «non l’ho dato a pigione», – è certo che ve n’andate perché ci son io.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





Davy Padre Celeste Dora Peggotty Peggotty Trot Fiorellino Peggotty Peggotty